Techne
di Emanuele Sartoris, Simone Garino, Dario Sospesi, Antonio Stizzoli, feat. Giampaolo Casati, edito da AlphaProjects
Roberto Roversi e Lucio Dalla scrissero “Automobili”, prima come spettacolo e poi come disco per la RCA, nel 1976, una vita fa. Fu l’album dell’addio, della rottura, da cui Lucio rinacque con “Come è profondo il mare”
e alzò le sue vele di artista geniale capace, anche nei versi, di raccontare il suo tempo.
Mi colpisce che quasi 50 anni dopo lo stesso mito, gli stessi eroi, da Campari a Nuvolari, da
Sivocci a Jano, coinvolgano dei ragazzi di oggi, dei musicisti svegli, capaci, moderni. Moderno è
infatti il loro jazz nell’accezione filologica della parola, quel “modern” che individua una certa
complessità armonica, ritmica, melodica che dagli anni 40 in avanti ha segnato il cammino
della musica nata afroamericana ma ormai lingua del mondo.
I quattro “torinesi”, come li chiamosemplificando un po’ i loro percorsi umani e artistici, hanno raggiunto ormai una bella maturità musicale, una linea compatta, equilibrata, che allinea le loro caratteristiche per arrivare a un
risultato ricco, inventivo, spesso sorprendente. Soprattutto oggi che i travestimenti pseudo-jazzistici
di certi polpettoni facili facili diffondono troppi equivoci, e, soprattutto, troppa cattiva musica scambiata per buona. No, i Night Dreamers sono fedeli alle loro radici e alla loro formazione, non svendono armonie
a buon mercato o sussulti strumentali di bassa lega: scrivono, suonano, descrivono, raccontano
(temi e scrittura rievocano brano dopo brano grandi piloti, macchine, gare, episodi gloriosi
e dolorosi della storia pionieristica dell’automobile), evocano. In fondo parlano di qualcosa che a
sentire i futurologi non vedremo mai più. Dicono che le macchine del futuro si guideranno da sole,
più intelligenti e prudenti dei mitici eroi raccontati in questo disco. Insomma “Il futuro dell’automobile”
è molto diverso da come Dalla e Roversi l’avevano immaginato, e forse un po’ più triste. Proprio per questo Lucio avrebbe amato “Téchne” dei Night
Dreamers, ne sono certo. Anzi se fosse venuto - come successe una volta per “Tv Talk” nello stesso Studio 3 della Rai di Milano dove i Night Dreamers ogni settimana fanno musica per “Nessun Dorma” di Rai5 - a una nostra puntata, avrebbe preso il suo sax alto e si sarebbe unito a loro. E i ragazzi, emozionati ma sicuri del fatto loro, sarebbero stati all’altezza. Come sempre.Massimo Bernardini.
e alzò le sue vele di artista geniale capace, anche nei versi, di raccontare il suo tempo.
Mi colpisce che quasi 50 anni dopo lo stesso mito, gli stessi eroi, da Campari a Nuvolari, da
Sivocci a Jano, coinvolgano dei ragazzi di oggi, dei musicisti svegli, capaci, moderni. Moderno è
infatti il loro jazz nell’accezione filologica della parola, quel “modern” che individua una certa
complessità armonica, ritmica, melodica che dagli anni 40 in avanti ha segnato il cammino
della musica nata afroamericana ma ormai lingua del mondo.
I quattro “torinesi”, come li chiamosemplificando un po’ i loro percorsi umani e artistici, hanno raggiunto ormai una bella maturità musicale, una linea compatta, equilibrata, che allinea le loro caratteristiche per arrivare a un
risultato ricco, inventivo, spesso sorprendente. Soprattutto oggi che i travestimenti pseudo-jazzistici
di certi polpettoni facili facili diffondono troppi equivoci, e, soprattutto, troppa cattiva musica scambiata per buona. No, i Night Dreamers sono fedeli alle loro radici e alla loro formazione, non svendono armonie
a buon mercato o sussulti strumentali di bassa lega: scrivono, suonano, descrivono, raccontano
(temi e scrittura rievocano brano dopo brano grandi piloti, macchine, gare, episodi gloriosi
e dolorosi della storia pionieristica dell’automobile), evocano. In fondo parlano di qualcosa che a
sentire i futurologi non vedremo mai più. Dicono che le macchine del futuro si guideranno da sole,
più intelligenti e prudenti dei mitici eroi raccontati in questo disco. Insomma “Il futuro dell’automobile”
è molto diverso da come Dalla e Roversi l’avevano immaginato, e forse un po’ più triste. Proprio per questo Lucio avrebbe amato “Téchne” dei Night
Dreamers, ne sono certo. Anzi se fosse venuto - come successe una volta per “Tv Talk” nello stesso Studio 3 della Rai di Milano dove i Night Dreamers ogni settimana fanno musica per “Nessun Dorma” di Rai5 - a una nostra puntata, avrebbe preso il suo sax alto e si sarebbe unito a loro. E i ragazzi, emozionati ma sicuri del fatto loro, sarebbero stati all’altezza. Come sempre.Massimo Bernardini.